La magia del bianco e nero
Viaggio in un sito di immagini – www.photopiergianni.it – immerso nel bianco e nero senza un accenno di colore. Quel bianco e nero mi cattura. Aveva ragione Coco Chanel: “Il nero contiene tutto. Anche il bianco. Sono di una bellezza assoluta. È l’accordo perfetto”.
Nelle foto di Giuseppe Piergianni quel bianco e nero contiene l’istante. Un volto, una pietra, una mano. E l’istante rimane lì. Ma non è muto, racconta.
Quelle pietre delle mura dei castelli, delle piazze, delle vie, delle basiliche e perfino dei tetti della mia Umbria escono dal silenzio del tempo e tornano vive. Viene voglia di stare ad ascoltare cosa hanno visto nei secoli. Magari narrarti cosa si diceva, oltre le preghiere, nel chiostro della Basilica di san Francesco ad Assisi adesso addormentato nel silenzio. E quello che avveniva in quella Torre di Guardia a Morcicchia: paura del nemico o anche riunione di amici? O sulla piazza della meravigliosa Bevagna nei giorni di quiete e in quelli di mercato.
Piergianni racconta il passato. Ma invita a non dimenticare che il tempo scorre. E l’affida alla fontana maggiore di Perugia: l’acqua si rinnova. Senza sosta.
E c’è il bianco e nero che diventa luce. La cattura in una sfilata di moda. Ma affida il racconto non alle vesti ma a volti di donna . “Non è il viso che colpisce ma le espressioni” disse Marilyn Monroe. E nelle immagini Piergianni coglie proprio le espressioni. L’espressione dell’istante. Quello sereno. Quello della bellezza. Perché l’artista non ama mostrare in tutta la sua opera neppure un accenno di asperità. E neppure che dia fastidio. Piergianni è l’artista che regala serenità. E un meraviglioso vedere.
E c’è il bianco e nero della magia delle mani. Si vedono solo dita. Che suonano o lavorano. Ma tutte esprimono. Rugose e delicate. Morbide e pesanti. Mani che raccontano la fatica o regalano quiete. Piergianni compie un gesto nobile: dà dignità alle mani ricordate solo se sono in sofferenza. Invece meritano nobiltà.
Potrei continuare. Il sito è ampio. Tornerò a visitarlo. Istante per istante. E mi sembrerà pieno di colori.
Luciano Ragno